Autostrada A16 dei due Mari Napoli Canosa
L’Autostrada A16, nota come Autostrada Napoli-Canosa o Autostrada dei Due Mari, attraversa l’Appennino campano e collega il Mar Tirreno all’Adriatico. Si estende per 172 km tra Campania e Puglia, interconnettendo l’autostrada A1 ad Afragola con l’A14 nel territorio di Cerignola. L’autostrada è completamente gestita da Autostrade per l’Italia.
Inizialmente era numerata A17 (insieme al tratto Canosa-Bari, ora A14), ma successivamente è stata rinumerata A16 in seguito al completamento dell’autostrada adriatica. Si dice che il cambio di numero sia stato dettato da motivi scaramantici. La costruzione del collegamento autostradale tra Napoli e Bari fu controversa a causa dell’ostacolo naturale degli Appennini.
Nei progetti preliminari, si ipotizzava un percorso simile al collegamento storico tra Napoli e Bari, seguendo la Strada statale 87 Sannitica verso Cancello, per poi risalire la Valle Caudina e toccare Benevento. Da Benevento, c’erano due soluzioni: passare per Foggia o tagliare più a sud gli Appennini. Fu scelta la seconda opzione, anche se con maggiori difficoltà nella progettazione in una zona altamente montuosa.
Successivamente, il Ministro del Lavori Pubblici Fiorentino Sullo impose ai progettisti di far passare l’autostrada per Avellino per collegare finalmente l’Irpinia a Napoli con un collegamento veloce. Caserta, Benevento e Salerno erano già collegati alla rete ferroviaria con Napoli, ma da Avellino si impiegava ancora molto tempo per raggiungere Napoli in auto o in treno.
Il progetto fu quindi completamente rivisto nel primo tratto, partendo dall’allacciamento all’autostrada del Sole poche centinaia di metri prima del vecchio piazzale di Napoli Stazione, nel territorio di Casoria. L’autostrada avrebbe poi dovuto proseguire ad est, verso Nola, per poi inerpicarsi fino ai 649 m s.l.m. del valico di Monteforte Irpino.
Il tratto da Baiano ad Avellino ovest fu una vera sfida per i progettisti, superando le pendenze limite per le autostrade secondo le norme del tempo. L’ANAS e il Ministero dei Trasporti concessero una deroga. La principale opera fu un viadotto di circa 700 metri quasi totalmente in curva, per metà nel comune di Visciano e per metà nel comune di Monteforte Irpino. Il tratto successivo, dal valico di Monteforte ad Avellino, fu ancora più difficile, con una discesa di 250 m in poco meno di 5 km. Il percorso è costruito “a mezza costa” sulla parete della montagna, con numerosi viadotti e curve di raggio stretto.